SAV

2021-05-19T11:26:11+02:00

Evoluzione SAV 2020

L’anno corrente è stato segnato nuovamente dal presentarsi del fenomeno della moria. Si è evidenziata a macchia d’olio nelle principali zone produttive, in particolare a Latina ma anche in Calabria. Tale criticità assume ormai ruolo di problematica nazionale per la coltivazione dell’Actinidia. Il portainnesto SAV1 continua a dimostrarsi come possibile soluzione in combinazione alle corrette pratiche agronomiche.

Non solo nel veronese SAV1 anche quest’anno mostra la sua efficacia e proprio per questo i nuovi impianti con questo portainnesto sono in continuo aumento.

Il Sav è una pianta estremamente sottile e fin tanto che non viene innestata non aumenta di calibro, viceversa dal momento dell’innesto subisce una metamorfosi trasformandosi in modo incredibile. L’innesto in pieno campo si è rivelato un punto molto critico e non sempre le operazioni di innesto hanno avuto il successo sperato principalmente per la difficoltà di reperire materiale adatto e soprattutto sano ed anche per la gestione dell’accrescimento dell’innesto stesso.

A seguito degli incoraggianti risultati degli ultimi anni, il gruppo Ceradini ha quindi continuato ad investire nella ricerca sul portainnesto Sav1 in modo da poter fornire astoni sicuri già innestati con le varietà richieste dal produttore (previa eventuale autorizzazione dei titolari/consorzi per le varietà brevettate) già pronte per essere consegnate in febbraio/marzo 2021.

Prima pianta di SAV1 innestata con Hayward nell’azienda agricola Girelli, giugno 2017/luglio 2020

Jintao su SAV1, agosto 2018/luglio 2020

Non è stato un percorso semplice ma grazie al contributo di alcuni produttori che lo stavano testando e all’esperienza che abbiamo potuto acquisire in questi 5 anni, in seguito ad aver provato diverse linee di sperimentazione siamo riusciti a creare un processo tramite il quale riusciamo a produrre su richiesta piante che non presentano più alcun punto critico.

I vantaggi di mettere a dimora piante già innestate saranno molteplici a partire dal risparmio dei costi di innesto in campo e dall’uniformità dell’impianto che, non avendo più fallanze, permetterà al produttore di risparmiare in termini di costi di gestione e di andare in produzione con tutto l’appezzamento da subito e garantirsi un reddito nel più breve tempo possibile.

Per il momento ci siamo concentrati alla produzione di piante astoni a radice nuda ma stiamo preparando anche altre soluzioni differenti per sopperire alle numerose richieste.

Pianificare con largo anticipo la produzione delle piante è la chiave per ottenere un prodotto eccellente. I tempi per la preparazione sono oltre un anno e quindi ordinarle con almeno 12 mesi di anticipo consentirebbe ai produttori di avere allo stesso costo astoni molto sviluppati con innestata la varietà desiderata.

Sav 1 possiede delle ottime caratteristiche in termini di resistenza e produttività che combinate ad alcuni piccoli accorgimenti agronomici sta tornando a dare la possibilità di produrre kiwi di qualità anche in un ambiente sempre più avverso.

Le piante innestate su Sav1 mostrano una vigoria che ricorda le piante di molti anni fa (quando erano sane), con tralci ad accrescimento indeterminato prosperosi e foglie grandi, spesse e di colore verde intenso. Tutto sommato gli internodi sono più stretti, il numero di fiori quindi per metro quadro è superiore e quindi potenzialmente anche la produzione. Abbiamo anche osservato che anche la sostanza secca della frutta sembra essere migliore.

Produzione 2020 di Jintao innestato su SAV1 (nel 2018) nell’azienda agricola Girelli Marco di Bussolengo.

Jintao su SAV1 agosto 2018/luglio 2020

Nell’azienda Girelli Marco di Bussolengo, la prima nella quale è stato utilizzato il SAV1, sono stati ottenuti ottimi risultati con distanziamento sulla fila di 2 metri, sono state effettuate inoltre prove con distanziamento di 1.5 metri.

Nell’azienda Ceradini l’appezzamento piantato ed innestato in febbraio 2018 ha un sesto di impianto di 5×1,25 proprio per testare una maggiore densità di piante e comunque il risultato ad oggi è che non si notano problemi di competizione ma bensì un frutteto bello coperto e che presenta un’ottima scelta di tralci per la prossima stagione.

Ci sono comunque varie prove di Sav in Italia, prove che non sempre hanno dato il risultato atteso principalmente per il fatto che è molto difficile far attecchire l’innesto e quindi i produttori si scoraggiano a differenza di chi ne conosce le potenzialità (vedi Girelli) che lo hanno seguito con cura minuziosa portandoli ad avere gli appezzamenti con produzioni importanti sin dai primi anni.

Questo è proprio il motivo per cui cerchiamo di indirizzare i produttori verso questa direzione, d’altro canto se il produttore è soddisfatto del risultato non farà altro che parlar bene di noi e nel nostro settore il passaparola è ancora la forma di pubblicità più accreditata e quella che ci ha permesso di crescere fino ad oggi.

Noto invece con dispiacere che circolano un sacco di chiacchiere in merito a moria e portainnesti in generale, spesso portate da persone che non hanno assolutamente esperienza. Ricordo che Verona è stata la prima zona nella quale si è presentata questa pestilenza nel 2012 e che si stanno conducendo studi da parte di diversi enti ed istituti senza comunque aver trovato una soluzione. Io sono il primo ad ammettere di non aver ancora capito quale sia la reale causa della moria ne tantomeno penso di avere la soluzione in mano; dico solo che ad oggi, visti i risultati eccellenti, ritengo il problema aggirabile. Invito tutti gli imprenditori interessati a visionare gli impianti in produzione di Sav1 realizzati dove prima erano state estirpate più volte le piante di Hayward ed a trarre le proprie conclusioni.

Jintao su SAV1, settembre 2019/luglio 2020

Domande che ci vengono fatte comunemente dai produttori

Come si presenta l’apparato radicale di queste piante?

  • Il Sav1 ha un apparato radicale completamente diverso da quello del classico Hayward, le radici sono molto più forti e penetrano profondamente nel terreno andando ad esplorare strati che di solito non sono interessati dalle piante classiche. Proprio il suo aspetto fittonante gli conferisce quella tolleranza agli aspetti legati all’irrigazione.

E’ vero che Sav1 è meno vigoroso di Hayward?

  • Vero che la maggior parte delle prove che stiamo conducendo sono su kiwi giallo ma solamente per un discorso economico, nel senso che sto consigliando i miei produttori a coltivare Jintao in quanto lo ritengo molto più redditizio del classico Hayward e qui a Verona viene bene. Tra l’altro mi sembra che la pezzatura di quello innestato su Sav1 sia pure superiore. Abbiamo anche delle piante di Sav1 innestate con Hayward seppure in numero decisamente inferiore e per quel che posso vedere la vigoria è molto buona così come la pezzatura dei frutti.

Qual è il sesto di impianto consigliato?

  • In linea di massima non avendo esperienze decennali su piante in piena produzione a me piace l’idea di tutelarmi prudenzialmente infittendo il sesto di impianto classico per non rischiare di avere pochi tralci di rinnovo in futuro. Oltre questo, come già accaduto, se qualche pianta dovesse soffrire la Psa posso permettermi di tagliare e di chiudere i buchi da subito senza perdite di reddito, tanto conti alla mano il costo delle piante si ripaga bene se fai il raccolto pieno.

Quanto ci mettono ad andare in produzione?

  • Come anche documentato fotograficamente direi che le piante vanno in produzione molto velocemente una volta che l’innesto è attecchito (problema che non si presenterà più con le nuove piante già innestate). Già alla seconda foglia si possono avere i primi frutti, alla terza direi un 50% del pieno raccolto.

Devo lavorare e/o far riposare la terra una volta estirpato?

  • Di certo male non farebbe, certo è che per quanto mi riguarda non mi entusiasma l’idea di perdere un anno di produzione se non è necessario. Abbiamo molte prove di piantumazione effettuata direttamente dopo l’estirpo, così come di rimpiazzi dentro ad alcuni impianti adulti e non si è visto alcun tipo di sofferenza/carenza.

Devo effettuare la baulatura per la messa a dimora delle piante?

  • La baulatura è una operazione idraulico agraria ormai considerata prassi comune per la realizzazione dei nuovi impianti di kiwi. La scelta del Sav1, nonostante la sua tolleranza agli eccessi idrici, prevede comunque di seguire tutti i consigli tecnici per lo sgrondo dell’acqua che ormai da anni vengono applicati anche su altre colture particolarmente su terreni pesanti..

CARATTERISTICHE DEL SAV1:

  • Apparato radicale estremamente resistente che si sviluppa in profondità.
  • Maggiore resistenza a stress idrici
  • Minore esigenza di acqua (risparmio idrico)
  • Adatto a terreni pesanti
  • Aumento sostanza secca della frutta
  • Alta resistenza alla Psa (del portainnesto)
  • Ha dimostrato di essere adatto ad essere innestato con tutte le varietà testate

La principale caratteristica di SAV1 è la capacità di resistere in condizioni non ottimali per il kiwi come asfissia radicale e minor disponibilità idrica. SAV1 risulta essere un’opportunità concreta per fronteggiare il problema contingente della moria del kiwi e un buon punto di partenza su cui ragionare per impostare nel miglior modo gli impianti futuri anche su terreni nei quali prima non si poteva pensare di coltivare il kiwi.

Io credo fermamente che un vero imprenditore dovrebbe informarsi in modo molto approfondito prima di effettuare certe scelte che delineeranno il futuro della propria azienda. Proprio per questo siete tutti invitati ad investire qualche ora del vostro tempo per visitare i nostri campi di persona e rendervi conto di quanto detto fin’ora.

Jinato su SAV1 agosto 2018/luglio 2020

Guarda i nostri video per conoscere meglio il SAV1





Inviando la mia candidatura dichiaro di aver letto e compreso l'informativa per il trattamento dei dati personali in PRIVACY & COOKIE POLICY.